Il 2016 è stato l’anno dominato dai Ransomware, tutti noi ne abbiamo sentito parlare almeno una volta, sono quei “virus” che cifrano i dati del computer infettato e chiedono un riscatto in denaro per riottenerli indietro (e questo non sempre è vero, abbiamo sentito aziende che hanno pagato senza poi aver i dati indietro). Questa generazione di virus, sempre nel 2016, ha avuto un aumento devastante a Novembre i Ransomware hanno segnato un aumento del 267% arrivano a costituire il 66% degli attacchi informatici (fonte: forbes.com). L’Italia, secondo il recente rapporto di MalwareBytes, non è immune, anzi è la terza nazione più colpita su scala mondiale.

Le aziende sempre più colpite dai ransomware

Ci sono segnali che ci portano a prevedere che i malware in futuro punteranno sempre di più alle aziende, MalwareBytes segnala che nel 2016 c’è stato un forte incremento delle aziende colpite passando da 1,8% ad un 12,3%. Siamo fortemente convinti che questo trend non può fare altro che aumentare, sostenuto dal fatto che ci sono ancora molte aziende che per riavere indietro i file (documenti, progetti, ecc…) arriva a pagare somme che si aggirano tra i 700 e 1500 Euro (senza aver la garanzia di aver indietro i dati), un forte incentivo per gli hacker a continuare a investire tempo nello sviluppo di nuovi virus e nuovi metodi di frode informatica.

Le nostre raccomandazioni:

  • Evitare soluzioni antivirus gratuite, sia perché è vietato l’uso commerciale sia perché la versione gratuita non offre una protezione corretta per le aziende.
  • Un buon programma Antispam, bloccare l’email nocive in arrivo riduce sensibilmente la possibilità di essere infettati da ransomware.
  • Backup, tanti, tantissimi backup.

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